Scegliere il percorso universitario: 5 cose a cui forse non avevate pensato.

disperazioneQualche tempo fa un paziente al primo anno di università porta in terapia il dubbio di aver sbagliato indirizzo, ovvero di essersi iscritto a qualcosa che, in realtà, non gli interessa. Era stata una scelta piuttosto motivata, con un percorso di studi precedente molto attinente.Eppure, a distanza di pochi mesi dall’inizio delle lezioni, si ritrova a studiare argomenti che non lo interessano particolarmente, che non lo appassionano: quando si ritrova a raccontare a qualcuno che non conosce che cosa sta studiando, si sente infelice, insoddisfatto, non orgoglioso.

Questo mi ha fatto ritornare alla mia di scelta, piuttosto fortunata, in verità.
A distanza di anni, ammetto che non sapevo assolutamente niente di come sarebbe stata la vita professionale della psicologa, né tantomeno quali sarebbero stati gli argomenti di studio: non avevo idea, per esempio, dell’importanza di una buona preparazione in filosofia, e di un solido pensiero critico. Immaginavo un lavoro molto simile a quello del medico, con un modello sintomo-diagnosi-intervento. Non avrei neanche potuto immaginare la complessità della riflessione sulla psiche, sul Se’, sull’identità. Non avrei potuto immaginarlo, ma, se l’avessi immaginato, avrei comunque scelto quel percorso. Se avessi conosciuto la mia vita per come è oggi, con i progetti che seguo, la rete professionale, la varietà continua di esperienze lavorative, mi sarei comunque iscritta alla Facoltà di Psicologia (magari avrei scelto un altro ateneo, ma tant’è…)
Ma, come dicevo, sono stata fortunata. Con le informazioni che avevo in mio possesso al momento della pre-iscrizione, non avrei mai potuto fare una scelta consapevole.

57a1ca03-5e17-43c8-b2cc-8eb3e2139013La scelta del percorso accademico dovrebbe essere una delle più determinanti della nostra vita: basti pensare al terrore negli occhi del mio paziente, all’idea di aver sbagliato e di aver buttato via un anno. O alla disperazione dopo il secondo, o terzo, cambio di facoltà. Senza contare l’angoscia che a volte coglie in sede di tesi, per aver finito un percorso, e non avere idea di cosa fare dopo.

Eppure il sistema di orientamento per la scelta accademica risulta ancora piuttosto carente: a Roma viene organizzato tutti gli anni un convegno, al quale gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori possono trovare informazioni sulle diverse facoltà. Informazioni che spesso si riducono a delle brochure con gli obiettivi e il percorso di studi o, nel migliore dei casi, a una presentazione in cui i medesimi obiettivi e il medesimo percorso vengono raccontati a parole. Alcuni di essi sono anche molto ispiranti, ma danno realmente poche informazioni sull’oggetto di studio, e pochissime su come sarà la vita professionale.
Da qualche anno esistono i progetti di alternanza scuola-lavoro, che dovrebbero fornire delle esperienze lavorative più concrete: ho pochi resoconti di esperienze di questo genere, e non so se, e quanto, abbiano aiutato.

2014_06_05_177839628-676x450_rsz_crpNei casi di confusione più estremi esiste una tecnica psicologica, chiamata Bilancio delle competenze, che può aiutare a fornire un orientamento sulle possibilità di percorso: attraverso la somministrazione di test e alcuni colloqui di consulenza, il professionista fornisce un dossier sulle possibilità di costruzione del proprio progetto professionale.

Ma, prima di arrivare alla richiesta di aiuto a un professionista, vediamo quali possono essere i tentativi per chiarirsi le idee sulla scelta del percorso universitario.

1)Quali materie vi piacciono a scuola? Ma soprattutto, quali interessi extra-scolastici avete? Le passioni che caratterizzano la nostra identità, anche quando sembrano molto lontane tra loro, sono un indicatore significativo delle nostre inclinazioni e delle nostre competenze. Cercate di tracciare il filo conduttore che unisce i vostri interessi con le vostre materie preferite, e di individuarne gli elementi comuni.

2)Conoscete la teoria delle aree di Holland? L’ho sempre trovata estremamente utile: E’ una modellizzazione delle aree professionali in base a determinate caratteristiche. Ne trovate una descrizione sommaria qui ma, soprattutto, ne vedete una raffigurazione in figura. L’aspetto estremamente interessante del modello è che aree vicine hanno molti aspetti in comune. Potrebbe aiutarvi a pensare ad aspetti dei vostri interessi e della vostra identità che solo apparentemente sono scollegati, ma che possono essere riuniti in una o due aree. Magari vale la pena approfondire.

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3)Che volete fare da grandi? Lasciate stare l’idea economica legata a quel tipo di lavoro: nessuno di voi, e neanche nessun adulto (a prescindere da quello che vi dicono) ha idea di come sarà il mondo da qui a 6-7 anni, quando vi immetterete a pieno titolo nel mercato del lavoro. Né tantomeno come diventerà il mondo da qui a 10, 20, 30 anni. Nessuno immaginava l’esplosione delle professioni pubblicitarie. Nessuno aveva previsto che le competenze informatiche maturate al proprio pc in cameretta avrebbero potuto dare più opportunità lavorative dello studio della matematica. Nessuno pensava che creare un blog o passare tempo su facebook avrebbe dato la possibilità di campare. Eppure. Concentratevi su ciò che vi piace fare, e non sul rendimento economico attuale delle varie professioni.

big_uni-dettaglio4) Se avete individuato alcune facoltà che vi interessano, seguite qualche lezione all’università. La maggior parte degli atenei consente l’ingresso alle lezioni anche ai non iscritti: andate con un amico, ascoltate, osservate, cercate di capire e di  toccare con mano come deve essere studiare quell’argomento tutti i giorni per i prossimi 5 anni. Se ci riuscite, mettetevi anche a chiacchierare con qualche studente, magari di quelli un po’ più grandi.

5)Seguite un professionista nella sua vita di tutti i giorni. Volete lavorare come architetto? Chiedete a un architetto di poter venire a dare un’occhiata al suo studio. Sognate una carriera da medico? Proponetevi come volontario alla Croce Rossa Italiana, o a un’altra associazione che si occupi di volontariato in ospedale. Volete lavorare nell’ambito artistico? Cercate un attore, un musicista, e chiedetegli di poterlo seguire alle prove, alle riunioni di progetti, ecc. Chiedete ai vostri genitori, ai vostri insegnanti, ai genitori dei vostri amici se conoscono qualcuno che fa quella professione, e che sia sufficientemente gentile da rendersi disponibile a questo tipo di esperienza.

professionista

Spero che questi consigli possano essere utili a chi sta cominciando a orientarsi nella scelta del suo percorso universitario.
A tutti quelli che, sfortunatamente, hanno già scelto, e sentono di aver fatto una scelta sbagliata, mi sento di dire: non preoccupatevi. Date una letta all’articolo di Mary Schmich da cui è stato tratto il singolo Everybody’s Free (To Wear Sunscreen):

“Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno. “

Breve sitografia:

http://www.take-your-time.it/

http://www.

istituti.vivoscuola.it/

http://reteorientamento.regione.fvg.it/
E voi? Come avete scelto il vostro percorso universitario? Pensate che sia stato utile questo articolo? Lasciate un commento.

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