L’inserimento all’asilo nido: intervista radiofonica per InForma

Il 23 marzo sono stata invitata a un’intervista radiofonica su Radio Enel, per la rubrica InForma.

L’argomento era: bambini e asilo nido. Ovvero, quando inserirli, come scegliere, meglio l’asilo o i nonni… Tutte le domande che migliaia di genitori si fanno ogni anno.

Come sempre, quando si parla di bambini, il discorso si è poi esteso a tanti altri argomenti: il gioco, la fantasia, le regole…

bimbo scatoloneE, come sempre, l’idea che mi sono sforzata di portare avanti è quella di non stabilire regole a priori, ma di sintonizzarsi sul proprio figlio, cercando di capire quali siano i suoi bisogni, scindendoli dai propri, e trovando una mediazione, un accordo.

Non si può stabilire un’età adatta per l’inserimento “ideale”: ogni bambino ha i suoi tempi, le sue inclinazioni, il suo grado di adattabilità ai cambiamenti.
Ed, essendo la relazione genitoriale una relazione, non dobbiamo dimenticare l’altra parte: anche i genitori hanno i propri tempi di adattamento. Spesso, infatti, soprattutto per la mamma, che negli ultimi mesi ha ruotato perennemente intorno a questa nuova vita, in uno stato quasi simbiotico, la separazione può risultare dolorosa o angosciosa, e portare con se’ una serie di sensi di colpa.

Le mammmadre alimentazionee si sentono costrette a “lasciare” al nido i propri figli, per tornare a lavorare. Questo influisce notevolmente sullo stato emotivo del bambino durante l’inserimento: i bambini s
ono in grado di cogliere molto meglio degli adulti uno stato emotivo angoscioso, impaurito, colpevole: non hanno però gli strumenti per elaborare questo stato, per inserirlo in un contesto, né tantomeno per discriminare tra stati propri e stati materni o paterni. Avvertono che c’è qualcosa che non va, ma non sanno cosa: e reagiscono nell’unico modo che conoscono, piangendosi e aggrappandosi. E’ una reazione più che naturale, che però va ad alimentare i sensi di colpa e le paure dei genitori.

Ciò che secondo me non viene sottolineato abbastanza è quanto l’inserimento in un nido possa invece arricchire la vita di un figlio: stare con i pari, poter apprendere da loro, e condividere con loro spazi e giochi è il regalo più grande che si possa fare a un bambino.

BAMBINIOltre all’ormai famoso apprendimento peer-to-peer (apprendimento alla pari), innumerevoli studi hanno mostrato come le relazioni orizzontali costituiscano, ad ogni età, una risorsa in più per lo sviluppo emotivo, sociale e cognitivo.
L’inserimento al nido deve essere sempre visto come una possibilità, un’occasione, e non come un ripiego o un sacrificio necessario.

Ovviamente, al di là di questa considerazione, che ha un carattere generale, ogni ulteriore valutazione, come già detto, andrà fatta in base alle caratteristiche del bambino e della famiglia, nonché alle possibilità offerte dal territorio (nidi comunali, convenzionati, ecc.).

Quanto alla scelta di lasciarlo dai nonni, ovviamente, questo non prevede un rapporto con i pari: nei limiti del possibile (per ragioni economiche o per tempi del bambino), è sempre meglio privilegiare una situazione in cui l’ambiente sociale sia il più ricco possibile.

E voi cosa ne pensate? Cosa avete scelto per i vostri figli? Lasciate un commento.

Per scaricare l’intervista radiofonica, clicca qui.

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