Qualche giorno fa la madre di una mia piccola paziente mi ha raccontato (in maniera anche abbastanza casuale) che la figlia, ogni domenica pomeriggio, diventa più triste. Più tardi, parlandone con la bambina, ho potuto constatare come anche solo il pensiero del tardo pomeriggio domenicale le procuri angoscia e ansia per l’inizio della settimana scolastica. Stranamente, non è una bambina con difficoltà scolastiche, come ci si potrebbe aspettare.

Ricordando quanto fossero tormentate le domeniche per me alla stessa età (e per gli anni successivi fino alla terza media), mi sono chiesta quanto fosse diffuso questo problema, e ho cominciato a fare domande in giro. Ne è venuto fuori che molte persone della mia generazione soffrivano, da piccoli, della stessa angoscia domenicale. Tra i miei pazienti, la maggior parte dei bambini iscritti alla scuola primaria ha un umore notevolmente più basso nel tardo pomeriggio, o nella serata, di domenica. Loro stessi riportano questo calo, facendo sempre riferimento all’inizio della scuola.
Il Sunday Blues (così viene comunemente definita questa malinconia della domenica) ha una vasta diffusione tra gli adulti: si trovano molti riferimenti alla crisi economica, alle condizioni precarie, alla frustrazione lavorativa.
Ma quando si parla di bambini, come può essere spiegato questo fenomeno?
Purtroppo non sono riuscita a trovare informazioni o studi in merito. Mi appello ai colleghi psicologi, ai pedagogisti, agli insegnanti, e anche ai genitori: come possiamo aiutare i piccoli a gestire una sensazione così destrutturante, e che si presenta ogni settimana? Su quale ambito possiamo agire perché l’anticipazione del lunedì non risulti così angosciosa?
Cosa ne pensate? Da cosa può essere causata questa sorta di depressione? Quanto è diffusa? E cosa si può fare per combatterla?
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